Nel mese di settembre le parrocchie dell’Unità Pastorale di Corsico potranno contare sullo storico oratorio San Luigi per offrire la cura educativa verso i ragazzi, gli adolescenti e i giovani.
Questa nuova struttura è stata voluta e realizzata dalla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo: sono diversi anni che questa comunità aspettava la ristrutturazione del suo oratorio. Ora possiamo ripartire.

Un grazie a tutte le persone che hanno creduto a questa impresa e a chi si darà da fare per sostenere l’opera. Questo spazio per le nuove generazioni andrà inserito in una pastorale giovanile unitaria che in questi anni ha compiuto diversi passi, offrendo una direzione di cammino.

Guardando al nuovo oratorio, viene spontaneo pensare alla proposta educativa come ad un “cantiere aperto”: il “cantiere delle imprese” verrà presto chiuso ma il “cantiere delle attività” da proporre per crescere nella vita cristiana sarà aperto e avrà bisogno di persone che si mettano a servizio dei ragazzi. Di fronte a tutto questo, nascono alcune domande: come la nostra comunità riuscirà a esprimere la cura educativa?
In questi tempi, come offrire ai nostri figli attività che sappiano creare legami per diventare grandi? Come ritrovare e rilanciare la bellezza della vita cristiana? Cercando risposte a questi interrogativi, mi è venuto spontaneo sognare. Sognare fa bene, sognare ci aiuta ad allargare gli orizzonti e a valore alto. In questi ultimi mesi, ho fatto molti sogni, ho sognato un oratorio che diventi:

Un cantiere aperto verso il cielo coi percorsi di fede curati dagli educatori dei preadolescenti, adolescenti e giovani nella stagione in cui si cerca “un Dio a modo mio” (Ricerca Istituto Toniolo: “Giovani e fede in Italia”).

Un cantiere gioioso con le attività sportive, i momenti di gioco e di festa, le proposte dell’oratorio feriale e delle vacanze educative invernali ed estive;

Un cantiere controcorrente con le proposte per educare al servizio e alla carità nell’epoca in cui regnano la “cultura del selfie” e “la cultura dello scarto”;

Un cantiere coraggioso cercando di far vivere i nostri oratori come luoghi di amicizia nell’era del digitale e del navigare sulla rete. In questi giorni una persona attenta mi ha fatto notare che in questi tempi e nella nostra città, scommettere sui giovani e sull’educazione è una gesto di coraggio e una scossa al torpore che ci circonda;

Un cantiere misericordioso con il coinvolgimento delle famiglie e dei genitori, a partire dai legami fragili e diversificati del nostro tempo; senza venir meno alla testimonianza di una famiglia fondata sul matrimonio e innestata nella vita della comunità parrocchiale;

Un cantiere permanente per l’integrazione fra italiani e non italiani, cristiani e non cristiani, in una chiesa inclusiva e non esclusiva.

Questo sogno potrebbe continuare ma mi fermo qui.
L’oratorio san Luigi ha certamente radici lontane nel tempo ma con questo nuovo capitolo della sua storia vorremmo rilanciare la sua capacità di stare in mezzo ai ragazzi e di guardare al domani raccogliendo le sfide di questa stagione culturale ed ecclesiale.

Recentemente, la Chiesa italiana ha scritto un documento sul valore e la missione degli oratori nel contesto dell’educazione alla vita buona dl Vangelo. Questo testo presenta questa titolo: “L’oratorio: il laboratorio dei talenti”. Citando la parabola di talenti presente nel Vangelo secondo Matteo, questo scritto ci invita a sognare per ciascuno dei nostri figli e dei nostri nipoti che la proposta educativa delle nostre parrocchie possa ancora far scoprire il proprio talento in una vocazione che guarda al Signore Gesù.

Per dare inizio a questo percorso occorre crederci e occorrono persone che si mettano in gioco.
“Per educare un figlio, ci vuole un villaggio” (proverbio africano, ricordato da Papa Francesco):
un villaggio di persone che cerchino di generare e nutrire una nuova generazione, attivando un’alleanza educativa a tutto campo. A settembre, insieme ai nostri educatori, ai nostri animatori e alle persone corresponsabili; ai genitori e alle catechiste, agli allenatori e a tutti i volontari; insieme ai Don e alle ausiliarie diocesane delle nostre tre parrocchie, raccoglieremo la sfida e riprenderemo il cammino.

Don Domenico

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